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La storia dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani

 

L’Istituto di Studi Verdiani nacque nel 1959 per iniziativa di Mario Medici, musicologo modenese appassionato della figura di Giuseppe Verdi, e nel giro di pochissimo tempo assunse una propria identità istituzionale ottenendo il patrocinio dell’Unesco il 25 febbraio 1960.

Quanto all’identità culturale e agli scopi, tutto era già definito fin dall’inizio: approfondire, tutelare e valorizzare l’opera e la figura di Giuseppe Verdi, diffondendone la conoscenza sia a livello specialistico sia al grande pubblico, con il contributo di studiosi italiani e stranieri.

Tre anni più tardi, con legge 26 febbraio 1963 n. 290, l’Istituto divenne Ente di diritto pubblico sotto la vigilanza prima del Ministero per la Pubblica Istruzione, poi del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali (Direzione generale delle accademie e biblioteche e per la diffusione della cultura), con lo scopo di promuovere ricerche e studi sull’opera di Giuseppe Verdi e diffonderne la conoscenza. Con legge 3 aprile 1989 n. 123 l’Istituto ha ottenuto la qualifica di “Nazionale”. Dal 2002 è Fondazione di diritto privato.

La sede dell'Istituto in Strada Macedonio Melloni (Parma).

Ai suoi inizi l’Istituto ospitò lezioni verdiane e alcune tavole rotonde, ma si segnalò ben presto per l’organizzazione di importanti congressi internazionali su Verdi (Venezia 1966, Verona Parma Busseto 1969, Milano 1972) capaci di suscitare da subito forte attenzione, non solo nel mondo musicale. In parallelo, con la pubblicazione dei Bollettini Verdi e dei Quaderni dell’Istituto veniva a definirsi il suo ruolo anche nella produzione di monografie, in grado di fare il punto sugli studi scientifici verdiani e allo stesso tempo di rivolgersi a un ampio pubblico. Su questa base ebbe avvio nel 1978, con l’edizione del carteggio con Arrigo Boito, l’ambizioso progetto di pubblicazione integrale delle corrispondenze verdiane.

Sotto la direzione scientifica di Pierluigi Petrobelli (1980-2012) l’Istituto ha poi conosciuto una lunga stagione di proficuo sviluppo su ogni piano di attività.

Basti menzionare le edizioni, coi carteggi ripensati in nuova veste (suddivisi per singoli corrispondenti di Verdi) e con l’annuario-rivista “Studi verdiani” avviato nel 1982; i propri patrimoni bibliografici, discografici e documentari, costantemente incrementati a servizio di specialisti e appassionati; l’organizzazione di numerosi convegni e mostre (fra cui la fortunatissima Sorgete ombre serene sulla scenografia verdiana, 1994); l’istituzione nel 1983 del Premio internazionale Rotary Club di Parma “Giuseppe Verdi”, per favorire nuove leve di studiosi; l’attenzione precoce, e poi sempre tecnologicamente aggiornata, per la digitalizzazione delle fonti documentarie e delle catalogazioni relative.

Pierluigi Petrobelli

Figura centrale nella cultura ottocentesca, Verdi gode ancor oggi di enorme e ininterrotta fortuna grazie al suo teatro musicale che parla ancora, a distanza di oltre un secolo dalla sua morte, ai più diversi tipi di pubblico.

I suoi interessi e la sua personalità, così come emergono dalla copiosa corrispondenza, rappresentano un campo di ricerca ancora meritevole d’essere sondato e meditato. Mentre le sue invenzioni e realizzazioni da drammaturgo in musica, sempre innovative per tutto il corso della lunga carriera, hanno ancora in serbo segreti creativi da svelare e non smettono di fornire spunti di analisi e di confronto anche per il presente.

Così, a più di sessant’anni dalla sua fondazione, l’Istituto vede ancora dinanzi a sé un campo ben ampio per le attività di studio e di ricerca che promuove. Compito istituzionale attuato quotidianamente tramite le sue strutture documentarie (biblioteca, archivio della corrispondenza verdiana, archivio visivo, discoteca); nella continuazione dei grandi progetti di pubblicazione dei carteggi verdiani, di periodici e di volumi; grazie all’organizzazione di incontri di studio; e con l’assistenza continua verso tutti gli studiosi, curiosi e appassionati che intendono approfondire la figura, l’opera o anche un singolo aspetto dello sterminato mondo verdiano.