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Il Corsaro

(1, 1963)
Rivendicarono orgogliosamente trattarsi della «prima ripresa dalla seconda metà del diciannovesimo secolo», i promotori delle due recite del Corsaro di Giuseppe Verdi che si ebbero nel Cortile di Palazzo Ducale a Venezia il 31 agosto e il 1 settembre 1963. Protagonisti, giovani cantanti in formazione presso La Fenice di Venezia (mobilitati da Giuseppe Pugliese) e orchestra e cori diretti rispettivamente da Piotr Wollny e Nino Antonellini (ma non senza la «preparazione artistica» di Franco Ferrara).
Comprensibile perciò che il giovane Istituto di Studi Verdiani, in specie nella persona del suo direttore Mario Medici, volesse cogliere l’importante occasione per promuovere lo studio e la riflessione – come da fini istitutivi – su quest’opera allora tanto poco nota.
Lo fece con questo suo quaderno d’esordio, che presenta due fondamentali saggi ampi e dettagliati: il primo di Giuseppe Vecchi, cattedratico di musicologia e fondatore di importanti istituti scientifici a Bologna, dedicato al libretto; il secondo dello stesso Medici, che con l’ausilio di numerosi esempi musicali coglie di brano in brano, in questi suoi Appunti e premesse per un’analisi, vari aspetti nevralgici della partitura verdiana.